ATTIVITA’ FISICA E BUONE ABITUDINI DI VITA COME STRUMENTI DI PREVENZIONE DEL DIABETE

In Italia, secondo il Ministero della Salute, circa il 3% delle persone tra i 35 ed i 69 anni ha il diabete ma non lo sa. Per l’Istat le persone con diabete sono oltre 3 milioni, cioè il 5,3% dell’intera popolazione. La World Diabetes Federation attesta che nel mondo sono più di 415 milioni le persone che vivono con il diabete (1 adulto su 11), un numero è destinato ad aumentare a 642 milioni nel 2040. La diagnosi precoce e le terapie sono fondamentali per prevenire o ritardare il vero problema del diabete, cioè le possibili complicanze croniche, che hanno un impatto socio-sanitario per il malato e la sua famiglia.

Ne abbiamo parlato con il Professor Alberto Rainoldi, del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università degli Studi di Torino e membro della nuova squadra di governo per il mandato 2019-2025 del Rettore Stefano Geuna e della Prorettrice Giulia Carluccio con delega sui temi Welfare, Sostenibilità e Sport.

Qual è il ruolo preventivo dell’attività sportiva praticata regolarmente nell’ambito della prevenzione delle malattie croniche come il diabete?
Il Diabete Mellito di tipo 2 è particolarmente legato alla presenza di grasso viscerale, quindi qualunque attività o condizionamento in grado di limitarlo o diminuirlo svolge una azione protettiva in tal senso. Esistono molte patologie croniche “esercizio sensibili”, che cioè traggono dall’esercizio fisico forme di giovamento, come la diminuzione della fatica percepita, dello stress, l’aumento delle endorfine e quindi della sensazione di benessere, modificazione del fenotipo muscolare… Per patologie neurologiche, le dismetabolie, le patologie osteoarticolari, e alcune forme di tumore, l’esercizio fisico regolare a intensità e modalità scelte su misura per ciascun paziente offrono un’eccellente arma non solo di coping e mantenimento, ma anche di diminuzione di comorbidità, di miglioramento della qualità di vita e di aumento della aspettativa di vita.

E, più in generale, quali fattori possono contribuire a prevenire l’insorgenza di questo tipo di malattie
Esistono numerose ricerche che sottolineano il ruolo preventivo di fattori come alimentazione e stili di vita nella letteratura scientifica, basti pensare che una delle riviste della collana di Nature, la più famosa rivista scientifica la mondo, si chiama proprio Nutrition & Diabetes! La leva della corretta alimentazione è estremamente potente per ottimizzare gli interventi clinici, la promozione della salute, interagendo con fattori di cui non abbiamo il controllo, quali gli aspetti metabolici e genetici, le differenze tra etnie. In aggiunta a una corretta alimentazione, l’esercizio fisico introdurrà tutti i vantaggi descritti in precedenza agendo anche sul metabolismo potendo quindi controllare contemporaneamente quanta “energia” stiamo mettendo nel nostro motore e quanta ne consumiamo, agendo così sulle due più semplici leve del bilancio energetico del nostro corpo.

Quale ruolo può avere lo sport per migliorare la qualità della vita dei soggetti malati? In che modalità?
Le modalità sono molteplici, ma occorre prima di tutto specificare che non necessariamente deve trattarsi di Sport, basta che sia Attività Fisica. La differenza è enorme e la possibile partecipazione della popolazione interessata anche! Tutti abbiamo bisogno di attività fisica, tutti la possiamo fare senza alcun bisogno di strutture opportune e progettate appositamente, mentre lo sport necessita di sovrastrutture, “regole” e competizione. Molti di questi aspetti possono limitare la partecipazione delle grandi masse, mentre è indispensabile che tutti si rendano conto di quanto il loro corpo abbia bisogno di una qualche forma di attività fisica. L’Università ha tra i suoi scopi quello di “educare” di stimolare la “consapevolezza” scommettendo su iniziative magari ancora a un livello embrionale e sperimentale. È il caso delle Palestre della Salute che molte regioni in Italia hanno già realizzato e la cui proposta di legge è ferma in Regione Piemonte. Si tratta di luoghi strutturati in cui i pazienti che ho descritto in precedenza, le cui malattie giovano dell’attività fisica, possono trovare personale competente in grado di disegnare percorsi di esercizio individuali per meglio combattere la loro patologia cronica. 

Adottare una corretta alimentazione, praticare attività fisica, mantenere un peso appropriato, evitare fumo…. Il Ministero della Salute ha predisposto delle Linee Guida Nazionali in tal senso per prevenire l’insorgenza e le complicanze del diabete mellito di tipo 2 e aiutare a gestire la patologia, in molti casi con risultati più duraturi e vantaggiosi rispetto alla sola terapia farmacologica.
Per maggiori dettagli cliccate qui: Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione.

Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università degli Studi di Torino e membro della nuova squadra di governo per il mandato 2019-2025 del Rettore Stefano Geuna e della Prorettrice Giulia Carluccio con delega sui temi Welfare, Sostenibilità e Sport.

Alberto Rainoldi

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